domenica 11 aprile 2010

L’evaporazione dei campi di calcio

Una volta Spezia abbondava di campi e campetti di calcio, luogo di aggregazione, di divertimento e di attività fisica di bambini, adolescenti, ragazzi e di “sempre giovani”.

Fatta eccezione per il centro storico, dove esisteva e probabilmente esiste ancora il campetto a 5 dell’Oratorio Don Bosco in viale Garibaldi (in cemento!), ogni quartiere, ne aveva almeno uno.

Chiamarli “campi di calcio” è forse un po’ pretenzioso, visto che erano praticamente tutti in terra battuta e scarsamente regolamentari: pali tondi o quadrati, reti per lo più da pesca adattate alla bisogna, dimensioni fantasiose, superfici non sempre pianeggianti.

Ricordo che i portieri erano terrorizzati dal Cerulli che si diceva avesse porte più larghe del normale e che al Tanca l’area di rigore non distava più di 2 metri dalla linea laterale.

La massima concentrazione di campi e campetti si aveva tra i quartieri di Mazzetta e Migliarina dove se ne contavano cinque.


Il Tanca e lo scomparso Cerulli

Il "Tanca" ed lo scomparso "Cerulli"

Oltre al Tanca, ancora esistente, seppure ruotato rispetto alla disposizione d'un tempo, c’era il Cerulli posto su via Lunigiana dal lato opposto al Tanca e stretto tra il parcheggio degli autobus (dal quale derivava il soprannome di SITA) e la massicciata della ferrovia ed il campo del Mazzetta, in via Padre Giuliani dove ora inizia via Parma che in origine si sviluppava parallelamente alla strada, poi perpendicolarmente.

All’interno dell’Oratorio dei Domenicani, in via Veneto, dove ora c’è un unico campo a 11 di dimensioni un po’ ridotte, c’erano due campi a 7.


Il campo scomparso di Mazzetta

Il campo scomparso di Mazzetta

Tra La Pianta ed il Canaletto c’erano due campi a 7. Il primo si raggiungeva deviando da via del Canaletto in una stradina pedonale con tanto di ponticello sul Dorgia (forse l’attuale via Bragarina) e sbucando in un tratto di aperta campagna dove ora c’è appunto il quartiere di Bragarina; il secondo si trovava affianco al vecchio Oratorio del Canaletto quando sorgeva in corso Nazionale e si raggiungeva scendendo una scaletta. L’Oratorio ed il campo di calcio successivamente vennero spostati in via Palmaria dove, fortunatamente, sono sopravissuti fino ad oggi. A Fossamastra c’era il campo dell’ENEL sacrificato in questi ultimi anni alla costruzione della darsena. Anche Valdellora aveva il suo campo in via Volta. Nella parte a nordest della città sopravvivono solo il campo di Montepertico e i due campi, a 11 e a 7, della Pieve.

Spostandoci a nordovest, campo storico era quello del XXI° posto su via Aldo Ferrari all’altezza dell’incrocio con viale Amendola dove è ora il complesso scolastico del “2 giugno”.


Il glorioso campo del XXI°

Il glorioso campo del XXI°

Un po’ più a nord sono ancora presenti il campo di Rebocco al termine di viale Alpi, quello del Dopolavoro Ferroviario, in via Fossitermi dal lato della ferrovia e quello della Chiappa in via Arzelà, mentre ad est, lungo la costa verso Portovenere, quello di Marola.

Naturalmente sono stati costruiti altri campi, il Ferdeghini ad esempio e il campo delle Pianazze entrambi a ridosso dell’autostrada, ma il saldo è sempre fortemente negativo.

Dei 18 campi e campetti esistenti negli anni sessanta e settanta, Picco escluso, ne sopravvivono solo 13, sacrificati quasi tutti alla costruzione di nuove case di civile abitazione.

Spezia deve essere l’unica città al mondo in cui, via via che decresce la popolazione (nel 1971 nel comune capoluogo eravamo quasi 125.000, nel 2008 poco più di 95.000), si costruiscono nuove case: uno dei misteri misteriosi della nostra città


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