domenica 17 gennaio 2010

Il sentiero

All’inizio degli anni settanta si andava a scuola e si tornava a casa da soli, ovviamente a piedi.

Il primo giorno di scuola normalmente un genitore ci accompagnava per insegnarci la strada giusta da percorrere, alcuni arrivavano con il fratello maggiore che frequentava la stessa scuola.

Era così in prima elementare e si ripeteva la storia in prima media, una sorta di rito. Il secondo giorno di scuola dovevi andare con le tue gambe, perchè si andava a piedi, prendere il tram era per pochi.

La mia scuola media, “Generale Mario Fontana”, esiste ancora è ed al Canaletto, per arrivarci da Mazzetta bisognava percorrere via Severino Ferrari, attraversare viale Italia, percorrere via del Popolo e via del Canaletto e finalmente eri arrivato.

Esisteva un percorso alternativo per accorciare la strada, un sentiero (si, avete letto bene, un sentiero!) in parte ancora visibile. Si imboccava all'altezza dell'incrocio fra via del Popolo e via Gianturco e ti portava dritto dritto nel piazzale della scuola.

Era buffo, verso la fine della primavera, vedere i bambini che arrivavano a scuola spuntando fuori all’improvviso fra l’erba alta e gli alberi.


La prima parte del sentiero
La prima parte del sentiero
con l'imbocco in via del Popolo
Oggi tutta la zona è occupata da grandi palazzi e dal parco della Maggiolina.

Le prime volte il sentiero si percorreva tutto di un fiato con un po’ di timore, ma a poco a poco, con i nuovi compagni di scuola, appariva un mondo nuovo.

Percorrendolo ogni giorno si faceva una nuova scoperta, si viveva il cambio delle stagioni osservando i campi coltivati, con le rane che gracidavano nel canale che lo fiancheggiava, lontani dal rumore del traffico: sembrava di stare in un altro mondo e nascevano anche le leggende.

Si raccontava che in una casa vivesse un funambolo, che era una persona irascibile e se lo disturbavi potevi finire i tuoi giorni in un circo!

I più coraggiosi parlavano a voce alta sotto le sue finestre e, quando era la stagione giusta, “prelevavano” i cipollini direttamente dall’orto di fianco alla casa e li mangiavano davanti a tutti.

Nei pressi della scuola c’era una biforcazione del sentiero, così un giorno, tornando a casa, la decisione di vedere cosa c’era dall’altra parte.

Un ponticello di pietra passava il canale e si apriva un mondo bellissimo, gli alberi diventano più fitti e il verde più verde, anche il canale sembrava invitarti a fare un bagno.

Si fiancheggiava una casa in pietra, a quell’ora c’era sempre un profumo di mangiare da far venire l’acquolina in bocca, e si sbucava all’altezza di Corso Nazionale a fianco di due palazzi gemelli, chiamati le Due Torri, all’incirca dove oggi si trova via Mario Beghi.

La seconda parte del sentiero
La seconda parte del sentiero
che sbucava nel piazzale della scuola

Da quel punto si poteva attraversare corso Nazionale, un’area completamente sterrata che oggi è il parco della Maggiolina e poi viale Italia.

La strada per me diventava più lunga e il rischio di rimproveri per il ritardo nel rientrare a casa aumentava, ma ogni venerdì passavamo da quel sentiero.

Perché proprio il venerdì? Beh, il venerdì non si poteva perdere la Hit Parade della settimana che trasmettevano alla radio e c’era qualche compagno con una radiolina tascabile nella cartella che voleva passare da lì, ma questa è un’altra storia.


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